mostra “C’è una storia…”, Locarno, novembre 2013
Un silenzioso stato di attenzione
Elisa Begani persegue l’essenza dell’essere umano con uno sguardo al nostro sé interiore rivelata in un modo frammentato, chiedendo allo spettatore uno sguardo complice alle incertezze di noi tutti di
fronte ai suoi dipinti.
Se C’è una storia, come il titolo della mostra suggerisce, accade in un luogo senza una chiara identità, proprio come le figure che dipinge: anonime giovani ragazze, parzialmente svelate con ironiche posture in un silenzioso stato di attenzione. I lavori della Begani sono dotati di un’eccezionale espressività nonché di un equilibrio cromatico e compositivo lontano dallo standard della pittura classica.
Il suo intimo coinvolgimento tocca lo spettatore. Il suo lavoro mi riporta a un testo di Javier Maderuelo: “Cosa ci muove verso un’opera d’arte è la sua capacità di trasmettere un’idea o un sentimento di bellezza a chiunque la sta guardando”. Possiamo scoprire cosa si nasconde dietro i simboli che usa per descrivere l’universo femminile. Alcuni fanno parte di una lunga tradizione di dipinti di vanità, ricordi della caducità e della fragilità della vita, la giovinezza e la bellezza attraverso le sue interpretazioni, sono indiscutibilmente singolari.
I dipinti della Begani incorporano segni e parole senza che ciò implichi alcuna forma di conflitto in relazione alle differenti forme di realizzazione pittorica che esistono così liberamente nei suoi dipinti. Essi sono il risultato di un’osservazione psicologica cosi come di un’osservazione fotografica.
Noèlia Hernàndez
Silent state of attention
Elisa Begani pursues the essence of the human being with a look at our inner self revealed in a fragment way, demanding the viewer a complicit gaze of the uncertainties that we all face in her paintings.
If There is a story, as the title of the exhibition suggests, happens in a place without a clear identity, just like the figures she depicts: anonymous young girls, partially shown with ironic postures in a silent state of attention. Begani’s works are provided with an exceptional expressiveness as well as a chromatic and compositional balance far away from the standard of classic painting.
Her intimate involvement touches the viewer. Her work leads me to a text by the critic and poet Javier Maderuelo: “ What moves us in artwork is its capacity to transmit an idea or a feeling of beauty to whoever is viewing it”. We may discover what lies behind the symbols she uses to depict feminine iniverse. Some of them are part of a long tradition of vanitas paintings, reminders of the transience and fragility of life, youth and beauty thought her interpretations are unmistakably singular.
Begani’s paintings incorporates sign and words without this entailing any form of conflict in relation to the different forms of pictorial realization that exist so freely in her paintings. They are a result of a psychological observation rather than a photographic observation.
Noèlia Hernàndez